L’oscura (vera) storia di “All I want for Christmas is you”

Una donna in preda a pensieri negativi e orribili, vittima degli abusi che - racconterà lei molti anni dopo - subiva dal marito e manager Tommy Mottola. Una vecchia tastiera Casio usata, “acquistata a buon mercato”. Il desiderio di vivere un Natale diverso da quello che sta vivendo, passato a guardare in tv “La vita è meravigliosa”, il capolavoro di Frank Capra sulla storia di un uomo, George Bailey (interpretato da James Stewart), che è sul punto di suicidarsi proprio la sera della vigilia di Natale e che alla fine viene salvato - e redento - da un angelo custode mandato da Dio. Ecco cosa c’è dietro la storia di “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey: quella che il New Yorker ha definito come “una delle poche moderne aggiunte di valore al canone musicale delle canzoni natalizie”, forse a pari merito con “Last Christmas” degli Wham! (uscita però dieci anni prima), compie quest’anno i suoi primi trent’anni insieme all’album di cui faceva parte, “Merry Christmas”. L’anniversario - celebrato da Mariah Carey e Sony Music con una serie di speciali ripubblicazioni, tra vinili 12”, cofanetti, ristampe in edizione limitata, tutto preordinabile qui - rappresenta un’occasione perfetta per raccontare i segreti e i significati nascosti dietro la melodia apparentemente gioiosa e spensierata che ha reso “All I want for Christmas” la canzone natalizia contemporanea più popolare nel mondo, con quel sottotesto drammatico tutto da decifrare.
E pensare che Mottola, dal quale la popstar divorzierà solamente nel 1998, quattro anni dopo l’uscita della hit, nel videoclip originale - oltre 790 milioni di visualizzazioni su YouTube, tre decenni dopo - fa un cameo nei panni di Babbo Natale. “Make my wish come true / all I want for Christmas is you”, “Realizza questo mio desiderio / tutto ciò che voglio a Natale sei tu”, cantava Mariah. E quelle parole, quel desiderio, nascondevano un grande dolore. Mottola, più grande della Carey di ventuno anni, l’aveva scoperta, scritturata e lanciata quando lei aveva solamente diciott’anni: voleva fare di lei la versione femminile di Michael Jackson. E la sottoponeva, avrebbe denunciato lei nel 2020 nella toccante autobiografia “The meaning of Mariah Carey”, a pressioni durissime da sostenere: “Dovevo andare in silenzio in camera - racconta - per cercare di scrivere le mie canzoni, quando dagli altoparlanti installati nella stanza arrivava puntuale la sua voce, che mi chiedeva 'cosa stai facendo?”. Quell’anno, era il 1994, Mariah voleva solo vivere un Natale sereno, in pace: “Avevo cominciato a pensare a cosa mi piaceva del Natale. Luci, regali, caminetti accesi. Amavo il Natale fin da bambina, ma sono sempre stata senza soldi e dunque non ho mai potuto vivere la festa come i miei coetanei. Venendo da una famiglia disfunzionale volevo che il mio Natale fosse perfetto. Così quando l’ho scritta ci ho messo ogni grammo del mio voler cercare di ricostruire un attimo perfetto”. Ma il Natale, come si può intuire, era solamente la metafora della serenità che la cantante cercava, nella sua disperazione.
“All I want for Christmas is you” catturava quella dolcezza, quella purezza: “Avevo 22 anni, ma non ero così lontana dall’essere una bambina”. Gli accordi abbozzati da Mariah sulla sua tastiera Casio furono poi sviluppati nell’arrangiamento dal suo braccio destro Walter Afanasieff (qui la storia del padre "segreto" di "All I want for Christmas is you"), con il quale Mariah Carey deve ogni anno spartirsi i guadagni derivanti dagli ascolti, dalle vendite, dai passaggi radiofonici e televisivi, dall’inserimento della canzone in spot, film e quant’altro. Un business che varrebbe la bellezza di 6,1 milioni di dollari annui. Secondo le stime, Mariah Carey guadagnerebbe ogni anno con il suo classico la bellezza di 2,5 milioni di dollari: dal 1994 ad oggi ammonterebbero a oltre 70 milioni di dollari i compensi derivanti da vendite, download e streaming. La hit ha venduto più di 16 milioni di copie a livello mondiale. Carey e Afanasieff non si parlano da più di vent’anni: “Abbiamo scritto tre canzoni per l'album di Natale da cui proviene ‘All I want for Christmas is you’, co-firmate al 50 e 50, tutte nello stesso arco temporale, in una casa a New York durante l'estate del 1994. Ma per questa canzone in particolare, chissà per quale motivo, Mariah sembra quasi non voler ammettere di averla scritta con me”, si rammarica Afanasieff, vero nome Vladimir Nikitich Afanasev (ha origini russe), 65 anni, considerato una leggenda del music biz a stelle e strisce già solo per il fatto di aver prodotto l’intramontabile “My heart will go on” di Celine Dion vincendo nel 1999 il Grammy Award come Registrazione dell’anno.
Mentre si avvicinano le festività, “All I want for Christmas is you” ricompare puntualmente nelle classifiche mondiali: solo nell’ultima settimana ha totalizzato su Spotify oltre 20 milioni di streams a livello globale, entrando nella top 20 della Weekly Top Songs Global. Una garanzia: “Registrai un intero disco natalizio, fu un rischio. All’epoca Mtv non passava video di canzoni di Natale. Era una cosa inedita per chiunque, registrare una canzone originale di Natale”.